Lui & Lei
La restauratrice
di Erosoltre
02.07.2024 |
6.042 |
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"A quel punto capisco e cerco di sbirciare senza farmi notare più di tanto..."
La restauratriceSono appassionato d’arte, amante del bello (primo fra tutte le belle donne) e come tale frequentatore di laboratori di restauro.
Quando ebbi la necessità di fare restaurare un soffitto affrescato di casa mia, contattai la moglie di un amico, gran bella donna. Così ci accordammo per iniziare il lavoro che sarebbe durato alcuni giorni.
In uno di questi chiesi se, nel tardo pomeriggio, uscito dal lavoro, avessi potuto vedere insieme a lei l’avanzamento dei lavori e così ci accordammo per un’ora precisa.
Rientrato a casa all’ora fissata, lei era al lavoro sul ponteggio, ma a differenza degli altri giorni non indossava il camice bianco da lavoro ma un paio di pantaloni attillatissimi che mettevano in risalto un culo fantastico e delle gambe bellissime. Sembrava che non avesse intimo sotto. Di sopra indossava un altrettanto attillato maglioncino dal quale si vedevano nettamente i suoi seni, con i capezzoli turgidi che emergevano dalla maglia.
Rimasi colpito da quella visione e cominciai a non vederla più solo dal lato professionale, ma come donna…e che donna. A quello spettacolo il mio cazzo si fece duro come il marmo e credo che lei abbia percepito questa mia reazione. Parlammo del suo intervento di restauro, ed io feci molta fatica a rimanere lucido nella conversazione, attratto come da due magneti, dai suoi piccoli ma allo stesso tempo prorompenti seni. In quell'occasione però non successe nulla, da lì a poco sarebbe potuta rientrare mia moglie.
Terminato l’intervento di restauro continuammo a sentirci. Lei mi era rimasta impressa a tal punto che cercavo continuamente scuse per poterci sentire.
Qualche giorno dopo il termine dei lavori, la richiamai per avere da lei un parere sulla necessità o meno d’intervenire su un'antica icona che avevo acquistato. Mi fissò l’appuntamento per il mattino seguente.
Non vedevo l’ora.
Il giorno dopo puntualissimo mi presentai al suo laboratorio. Questa volta indossava il suo bianco camice professionale. Confesso che lì per lì rimasi un po’ deluso. Notai che indossava degli stivali con tacco 12 la qual cosa mi suonò strana, ma sta di fatto che iniziammo a parlare di lavoro.
Ad un certo punto mi chiese di chiudere le ante del portone del laboratorio per non far penetrare la luce, perché voleva vedere il dipinto alla luce della “lampada di wood”. Mi chiamò vicino a lei per farmi notare delle cose che emergevano alla luce violetta della lampada.
A quel punto rivolse il viso verso di me con un sorriso complice e malizioso. I suoi splendidi occhi brillavano anche al buio della luce violacea dello strumento di analisi. Fu un attimo. Le nostre labbra si incontrarono e le lingue si intrecciarono in un lungo, appassionato e sensualissimo bacio.
La mie mani cominciarono ad accarezzarla e…sorpresa !!! Mi accorsi che sotto il camice bianco non indossava nulla. Era completamente nuda, a parte un paio di calze nere velate tenute su da un bellissimo reggicalze di pizzo nero e gli stivali, i famosi stivali di cui solo adesso ne capivo la funzione.
Si era abbigliata da troia. E da vera troia iniziò a comportarsi.
Si tolse il camice rimanendo praticamente nuda e mi strattonò la giacca dicendomi: “che cazzo fai, che stai aspettando, scopami sul tavolo che sono tutta bagnata e voglio godere”.
Non me lo feci ripetere. In men che non si dica fui completamente nudo. La girai facendola piegare in avanti sbattendola sul tavolo da lavoro per poterla scopare da dietro.
Fu una sensazione straordinariamente bella. Lei era letteralmente un lago. Bagnatissima, i suoi umori grondavano inondando le sue cosce. Cominciai a scoparla da dietro e dopo poco lei raggiunse il suo primo orgasmo, urlando letteralmente dal piacere tanto da mettersi una mano sulla bocca per non far trapelare nulla all’esterno.
Io dal canto mio avevo ancora il cazzo duro e dritto come una colonna di marmo e continuavo ad andare aventi e indietro dentro di lei.
Ad un certo punto lei mi disse: “Non venire dentro di me, voglio il tuo sperma nella mia bocca, voglio assaporarlo, voglio il suo calore, voglio sentire com'è”.
A quell’invito, immediatamente la presi per i capelli, le inarcai la schiena tirandola verso di me. Io uscii da dentro di lei e la feci inginocchiare davanti a me tenendola sempre per i capelli.
Iniziai a scoparla in bocca prima lentamente poi sempre più violentemente fino a spingerle il mio cazzo in gola con tutte le palle dentro la sua bocca.
Un attimo prima di venire le tirai fuori il mio cazzo e, segandomi, le dissi di aprire la bocca tirando fuori la lingua.
Lei ubbidì immediatamente e io riversai tutto il mio sperma nella sua bocca e sulla sua lingua. In parte fini anche sugli occhi da dove provvidi a ripulirla con il dito per mettere in bocca anche quello di sperma.
Lei bevve ingoiando avidamente la mia sborra leccandosi prima le labbra e poi il mio dito ancora sporco della mia sborra.
La feci alzare e ci baciammo lungamente e intensamente senza dire nulla.
Due giorni dopo ricevo una sua telefonata, nella quale mi dice: “Domani mattina sono a lavorare a Palazzo Tal de Tali, è in ristrutturazione ci sono solamente io. Vieni verso le 10,00, mi troverai l^, ad aspettarti, completamente nuda”.
L’indomani mattina andai all’ora concordata. Suonai al campanello indicatomi. Il portone si aprì senza che nessuno rispondesse al citofono. Ovviamente era lei che mi aspettava.
Salito al piano nobile del palazzo, entrai e mi richiusi il portoncino alle spalle.
La trovi in una delle stanze dell’appartamento. Lì per lì rimasi deluso perché la trovai con una tuta da lavoro e non nuda come mi aveva detto la sera precedente al telefono. Come mi vede mi corre incontro, mi abbraccia e mi bacia con un bacio così sensuale che prefigurava già tutta la mattinata. Lai inizia a tirare giù la lampo della tuta da lavoro e sotto effettivamente era completamente nuda, eccezion fatta per un paio di autoreggenti nere velate con balza di pizzo. Mi prende per la mano e mi dice: “veloce, spogliati. Voglio il tuo cazzo. Voglio che mi sfondi tutta”.
Mi porta così in un’altra stanza, pulita, dove aveva già aveva preparato tutto con un futon a terra.
Il mio cazzo era già dritto da un po’. Duro come la pietra. La prendo, sollevandola da terra, e me la metto sul mio cazzo iniziando a scoparla in piedi. Era già bagnatissima. Lei, aggrappata alle mie spalle a sua volta muoveva il bacino per accentuare e agevolare la scopata.
Ci stendiamo sul futon e continuiamo a scopare in tutte le posizioni. I suoi orgasmi si ripetono uno dopo l’altro, sempre accompagnati dalle sue urla di piacere.
E’ un lago di umori che la bagnano completamente. Mi chiede di leccarle la fica e io non me lo faccio ripetere. Mi metto a pancia in giù e inizio a leccarla, assaporando il suo succo dal sapore dolciastro e dall’inebriante odore di fica.
Ad un certo punto mi ferma. Cambia posizione e si mette esattamente dove ero io a leccare. Mi prende il cazzo in bocca mettendosi in ginocchio con il culo per aria e le gambe leggermente aperte.
Sento un rumore nell’altra stanza. Al che cerco di farle un cenno e di ritrarmi, ma lei mi ferma e, continuando a succhiarmi il cazzo, mi fa l’occhiolino e allo stesso tempo allarga ancora un po’ le gambe, con il culo ben tirato su, il tutto verso la porta d’ingresso della stanza dove ci eravamo messi.
A quel punto capisco e cerco di sbirciare senza farmi notare più di tanto.
Al di là della porta semiaperta ho potuto intravedere una figura. La porta lentamente si apre un po’ di più e vedo distintamente un uomo che sta guardando noi con il suo cazzo in mano che si tirava una sega.
Lei (scoprirò dopo) sapeva che quella mattina sarebbe venuto uno dei muratori e prendere delle misure ed ha voluto farsi vedere mentre scopava con me.
Dopo un po’ che stava con il culo e la fica bene in vista mi chiede, quasi urlandolo per farlo sentire bene al nostro osservatore, di metterle il cazzo nel suo culo e di sborrarle dentro, che dopo avrebbe raccolto il mio sperma con le sue mani e lo avrebbe bevuto tutto prendendolo direttamente dal suo culo.
Senza farla spostare, per lasciare ben in evidenza e in mostra il culo alla vista del nostro voyeur, comincio a premere, piano piano, con la cappella al suo buchetto secondario. Lubrificando di tanto in tanto con lo sputo, entro sempre di più fino a penetrare del tutto, tanto da far toccare le mie palle alla sua fica aperta per il sollazzo del tizio guardone.
Dopo qualche colpo ben assestato in profondità, vengo, scaricando tutta la sborra che avevo nelle palle all’interno del suo culo. Ritraendomi e uscendo da lei, un rivolo di sperma segue il mio uccello e fuoriesce dal culo della mia amica. La quale prontamente, prima di farlo cadere in terra lo raccoglie con le sue mani e, avidamente, lo mette in bozza, lo lecca e lo risucchia fino a ingoiarlo tutto compreso quello che era dentro il suo culo che nel frattempo aveva fatto uscire.
Poco prima ci eravamo accorti che il muratore, che era stato in silenzio a godersi la scena e a segarsi, era andato via.
Aveva però lasciato per terra una pozza con il liquido della sua sborra. Alla vista dello sperma del guardone, la mia amica si è inginocchiata, lo ha raccolto con le mani, lo ha annusato e se ne è in parte spalmato i seni e quello rimasto sulle mani lo ha leccato ripulendo per bene la mani intrise dello sperma del guardone.
A qual punto le ho detto: “ti sarebbe piaciuto che invece di guardare solamente avesse preso parte ai nostri giochi?” Lei non risponde, ma la risposta era tutta nei suoi occhi e nel suo sorriso, che erano palesemente interessati all’idea.
“Bene. Vediamo. Pensiamoci su come organizzare una cosa simile”.
Al che ci siamo baciati, ricomposti e dati appuntamento a brevissimo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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